domenica 7 novembre 2010

POMPEI: CULTURA "IN POLVERE". GUARDA NAPOLI E POI ...SCAPPA?

Nel Parco nazionale del Vesuvio, vicino a Torre Annunziata, uve meravigliose crescono per la produzione del Lacryma Christi bianco e rosso, la famosa "palummina" spicca a grappoli scuri e compatti sulle viti a perdita d'occhio. A 9 chilometri e mezzo c'è Terzigno e i guai della monnezza (ahi ahi ora che se ne andtà Bertolaso).  A 4 chilometri e mezzo Pompei. Che cade a pezzi. In molti avevano già gridato allo scempio dell'incuria di uno dei tesori più belli della nostra povera Italia, ed ecco che finalmente, si fa per dire, la cultura va in polvere e crolla una struttura vecchia di 2000 anni che pure alle bombe di due guerre e alle lave del Vesuvio aveva resistito. Ma nulla ha potuto davanti alla cattiva gestione dei lavori di restauro (persino il cemento armato è stato usato, su strutture che, non bisogna essere architetti esperti, sono troppo antiche per poterla reggere!), alla pessima pianificazione dell'uso dei denari, cose di cui parte della responsabilità non  può non andare all'amministrazione del ministro Bondi, che non può dare la colpa alla pioggia per il disastro accaduto. Perchè se così è, si sa, la pioggia è colpa del governo.

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